mercoledì 13 febbraio 2013

Fitto, magistratura entra in campagna elettorale





«Da oggi si è aperta in maniera ufficiale una azione da parte della magistratura barese che è entrata a piedi uniti in questa campagna elettorale». Lo ha detto l'ex ministro Raffaele Fitto incontrando i giornalisti secondo cui «non c'era nessun bisogno di fare questa sentenza oggi. Perché - ha chiesto - non è stata fatta il 28 di febbraio? Non c'è nessuna ragione logica. Solo la volontà precisa di un collegio che ha compiuto una scelta politica precisa, che è quella di dare una indicazione a questa campagna elettorale». E aggiunge: «Questa bella sentenza è il benvenuto che la Procura e il Tribunale di Bari danno al presidente Berlusconi» in visita a Bari. «Da a parte sua - ha aggiunto - ho riscontrato una vicinanza e un affetto per i quali lo ringrazio. Con lui abbiamo condiviso anche considerazioni politiche su questa vicenda».
«Nella sentenza di condanna, - aggiunge l’ex ministro degli affari regionali - leggo che io avrei preso una tangente. Una tangente del c..., io non ho preso nessuna tangente. Non accetto - ha precisato - che venga indicata in questo modo, perché la gara in questione è regolare, perché la pubblica accusa ha archiviato i componenti della commissione di gara. La gara - ha spiegato – è stata fatta da un dirigente con una determina dirigenziale. L'ha fatta nominando i componenti della commissione e venendo assolto in via definitiva con sentenza passata in giudicato. Io sono stato imputato anche per il reato di falso collegato a questa corruzione, e sono stato assolto».
«Ora - ha aggiunto - a fronte di una gara regolare sono state assegnate undici rsa al gruppo Angelucci, due delle quali sono state attivate con la forma del contratto dalla mia giunta, e nove attivate e inaugurate dalla giunta e dal presidente Vendola. In questa situazione vi è stato un finanziamento, non una tangente. Io non ho mai preso in euro. Io ho avuto come partito politico un contributo regolare, fatto con bonifico bancario».
 

Secondo Fitto, l'accusa prevede che «io sia scemo e ritengo questa sentenza un atto di accusa nei miei confronti che chiarisce che sono deficiente, perché prendo la tangente con bonifico bancario alla 'Puglia prima di tutto' (partito fondato da Fitto, ndr), e non in una bella busta o valigetta a me personalmente. La prendo - ha continuato - per un importo pari allo 0,25% dell'appalto. E la prendo sulla base di una gara regolare per avere un contributo che viene dichiarato pubblicamente con due dichiarazioni congiunte, della parte che lo eroga e della parte che lo riceve, iscritto nel bilancio della 'Puglia prima di tutto', inviato alla Camera dei deputati che lo approva, e certificato dalla Corte dei conti. Questa - ha concluso Fitto - è la tangente di cui stiamo parlando. Io, a chiunque si permette di dire che ho preso una tangente, gli faccio un servizio così. Mi sono seccato di questa cosa».
E riserva un passaggio ironico a Nichi Vendola, quando dice: «Sono molto arrabbiato con mia sorella! Lei non ha amici tra i giudici di Bari come invece la sorella di Nichi Vendola che frequentava come amica intima la giudice che ha assolto lo stesso Vendola qualche mese fa. La verità - ha accusato Fitto - è che i pubblici ministeri che in questi anni hanno indagato su di me sono stati tutti promossi e hanno fatto carriera, compreso un pm diventato assessore regionale con Vendola. Invece i pm che hanno indagato su Vendola sono stati isolati e sono a rischio di trasferimento».

Twitter@PUGLIAPDL

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